martedì, febbraio 06, 2007

Dall'azzurro al turchese


Un maglione azzurro è ciò che ci vuole in una giornata grigia. Il cotone mi avvolge come fossero braccia forti. Braccia di madre, braccia di padre.
Sembra che il cielo mi abbia ascoltato stanotte: ha spalmato sul cobalto una mano di bianco. Ma non dà luce questo cielo bianco striato di grigio che fa da sfondo ai palazzoni di città.
Il mio azzurro sconosciuto è andato via. L’ho sfiorato per un istante e mi è piaciuto.
Mi è tornato in mente il verde. Mi ha fatto piangere. Ho pensato di crollare, stavo per farlo, ma il pavimento era troppo freddo e allora mi sono rialzata.
La ruota panoramica del Luna Park fa sempre lo stesso giro. Il paesaggio intorno è sempre uguale. Ma è osservato da tanti occhi diversi durante uno stesso giro. C’è chi nota l’altezza, chi nota il paesaggio nel suo intero, chi nota un albero, chi nota gli uccelli più vicini, chi guarda le persone che rimangono giù dalla giostra con il naso all’insù e salutano. Chissà perché poi. Come gli italiani che applaudono al pilota quando si atterra.
Io chiudo gli occhi quando salgo sulla ruota.
Uso l’immaginazione.
E comincio a volare in un cielo turchese.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

si sono mangiati il cielo

Anonimo ha detto...

se il cielo è la metafora... cazzo che nuvole! ma non piove ancora e impavida vado in giro senza ombrello!

La stronza ha detto...

posso essere frivola per una volta???


senza tutto quel trucco che ti sporca la facciaaaaa