martedì, agosto 21, 2007

Un'altra aria sulla pelle

Poco meno di un'ora fa sono uscita per comprare le sigarette e il pane morbido della Mulino Bianco: scendendo le scale ho fatto un minuto di training autogeno per prepararmi alla botta d'afa che immaginavo mi avrebbe avvolta appena messo piedi in strada. Invece, con mia grande felicità, ho sentito un raggio di sole accecarmi e un soffio di vento tiepido accarezzarmi il viso. Ho sorriso e tutta baldanzosa sono arrivata alla macchina; apro lo sportello e... grazie a dio avevo fatto poco prima training autogeno! Non mi sono persa d'animo: ho abbassato i finestrini pensando: "Bhè, pretendevo troppo..." , ho acceso l'autoradio e ho messo in moto.
Sono arrivata nella piazza del mio piccolo paese provincialotto e da me odiato sin dai primi anni dell'adoloscenza -quando tutte le ragazze continuavano a frequentare la scuola di danza mentre io continuavo a correre dietro a palline gialle sui campi da tennis- : ho trovato subito parcheggio -è piccolo il paese, ma ogni persona ha tipo 4 macchine e vengono tutte usate quasi contemporaneamente-; i vecchietti sono stranamente rimasti a parlar tra di loro senza considerare il passaggio di quella-che-ormai-è-diventata-milanese-e-qua-non-torna-più; il bancomat non mi ha sputato veleno ma soldi -mi è uscita anche una lacrimuccia per l'emozione-, il tabaccaio non mi ha salutato dicendo: "Qualche volta si fa vedere eh signorina?!" ma solo borbottando: "'Ngiorno signorì" ... "Ciao signorì"; il supermercato era vuoto niente fila niente saluti tra un corridoio e l'altro, niente.
Come se fossi invisibile.
L'aria tiepida persiste timidamente.
E' finita l'estate ed io comincio le mie vacanze.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

e così le tue vacanze iniziano qua?!? ma se è ora di tornare nella city! preparati a salutare il paesiello!
a sto giro ti piazzo l'aneddoto consolatore: mentre tu giocavi con i fantasmi di giù, qui giocavo con i fantasmi di su, e alla richiesta della mia straniera sorella di andarle a prendere i biscottini vicino alla casa d'infanzia, sono uscita di casa da baldanzosa ventenne per riscoprirmi nel negozietto la solita ingorda bambina che prenderebbe tutto ciò che contiene zuccheri gustosi, per poi tornare a casa da ventenne che fiera di scampare ai capricci con la mamma si ritrova a tornare a casa con due sacconi di biscotti (almeno una confezione x tipo!). Allora la domanda sta volta te la faccio io: portate via le diccussioni famigliari per mano dell'indipendenza maturata, tornate nei contesti d'origine siamo davvero diverse?
...e ho già parlato troppo!

pathos ha detto...

Io son sempre uguale a me stessa,che stia su o giu. L'importante per me è non sentirmi uguale ai vecchietti, al tabaccaio, ai ragazzetti rinchiusi nella salagiochi che qui fanno tanto gli sbruffoncelli. Che poi, a dir la verità, per qualche mese anche io provai a diventare una sbruffoncella...ma i risultati furono penosi. Allora mi convinsi di non avere nulla in comune con loro. E pensavo: da grande trasformerò questo paese!... Ma poi, da grande, ho deciso di fuggire via.

Anonimo ha detto...

a parte che scrivi benissimo e spero che questo talento ti porti tanti soldini per farci ciò che vuoi.

Anche io sono fuggita via dalla brianza.
Sono stata via tanti anni, ho visto un sacco di cose e conosciuto tante persone. Ho condiviso casa con più di 30 persone diverse.
Poi nel luogo dove giuravo sarei forse tornata per l'omelia funebre, per ripartire da lì sotto forma di ceneri,sono tornata e ci ho messo mio malgrado radici.

Oggi ho delle belle radici ma mio malgrado non fanno per me.

Le 4 macchine usate contemporaneamente e una volgarità banale non le apprezzerò mai.
E qua sembra tutto banale, volgare, tutto imitato, tutto recintato, tutto finto oltre le siepine e i villini.

A parte ogni tanto...come questa mattina...entravo alle 6.48 sul viale zara...il sole pallido...il vapore che si alzava tra gli alberi...in fondo all'orizzonte montagne e cielo chinato le montagne.

E questo strappo tra volgarità e artificio, e armonia e silenzio mi ha per qualche secondo fatto sentire più forte.
clarabel

Anonimo ha detto...

E io ritorno ad odiare una terra che mi ha dato la vita e che la toglie per negligenze e meschine incapacità, abbandonando allo scirocco corpi ridotti a cenere . Non si può vivere dove le noncuranze amministrative e i giochi di potere arrivano ad uccidere. Se prima avevo qualche dubbio, ora so che non tornerò.